“Il secolo appena iniziato sarà il secolo dello straniero. Popoli e civiltà da sempre hanno avuto esperienza dello straniero: di chi per nascita, lingua, cultura, colore della pelle, religione o altro, restava estraneo, cioè extra, fuori e al di là degli usi e costumi del gruppo di appartenenza. Ma se nelle culture del passato lo straniero aveva il tratto dell’evento eccezionale (giramondi, mercanti e avventurieri) e soprattutto traumatico (tribù o gruppi i cui spostamenti erano motivati dalla fame o dalla violenza), nel villaggio globale che la tekne e l’informatica vanno strutturando esso diviene figura sempre più familiare”.
I processi migratori in atto sono quindi uno, forse il più rilevante, tra gli elementi che pongono oggi in modo nuovo la questione dell’incontro con lo straniero. Infatti, il fenomeno migratorio a cui si assiste nel contesto odierno e che è possibile toccare con mano nelle nostre città, nelle scuole, sui social network impone una seria riflessione in tutti i campi della società e del sapere. Questo proprio perché esso, come afferma il prof. Giuseppe Mari (UNICATT), “si profila – sul breve/medio periodo – come irreversibile almeno per due ragioni. Anzitutto, perché il villaggio globale, promuovendo la trasmissione delle informazioni e lo spostamento delle persone, incoraggia i viaggi della speranza di milioni di diseredati che sono in cerca di una vita migliore. […] La seconda ragione che lo incoraggia oggi è la prolungata crisi demografica dell’Occidente che richiede la presenza di forza – lavoro in sostituzione delle nascite che mancano”.
Il fenomeno migratorio, allora, diventa per l’uomo di oggi un segno dei tempi, una chiamata di Dio proveniente dai movimenti della storia che invita a riflettere e a comprendere in modo nuovo aspetti centrali della fede e della testimonianza. È un evento che spinge nella ricerca di una spiritualità che ponga l’accoglienza e l’ospitalità come esperienze chiave per aprirsi all’incontro con Dio oggi.
Certamente la Bibbia non offre soluzioni concrete ai problemi che le nostre società si trovano ad affrontare e che esigono una capacità politica di gestire e orientare movimenti epocali. Tuttavia offre orizzonti di fondo nei quali ritrovare il senso di una testimonianza umana e credente. La Bibbia è Parola di Dio e i credenti ritrovano in essa, in rapporto alla vita, il messaggio di Dio come luce per la loro esistenza, ma essa è anche il grande codice in cui poter ritrovare un messaggio che legge e interpreta la vicenda dell’umanità e si apre ad un ascolto anche da parte di chi vive una ricerca sui diversi orizzonti della vita umana.
Prof. RH Plus
Fonti
DI SANTE C., Lo straniero nella Bibbia. Ospitalità e dono, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2012, p. 7, p. 24.
MARI G. (ed.), Educazione e alterità culturale, Ed. La Scuola, Brescia 2013, p. 5.
Immagini tratte dal web
Commenti
Posta un commento