L’UNESCO afferma che «Nessun sistema educativo può permettersi di ignorare il ruolo della religione e della storia nella formazione della società. Le scuole possono sostenere approcci all’insegnamento della storia e della religione che favoriscano il pensiero critico, riconoscano la validità di visioni del mondo differenti e incoraggino il rispetto per altre fedi e credo» (cfr. http://unesdoc.unesco.org/images/0019/001907/190743e.pdf, p. 242)
A tal proposito Papa Francesco, nel maggio 2014, ha ricordato quanto sia importante non solo andare a scuola, ma anche amare la scuola in tutte le sue ricchezze e potenzialità: «Io amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre. L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla… La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”. Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di religione, anche di astronomia – l’obelisco richiama il sole, ma pochi sanno che questa piazza è anche una grande meridiana. In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate».
Come diceva Sant'Agostino: “se qualcuno ti ha insegnato qualcosa non lo ha fatto di certo con le sue parole ma con il suo esempio”. Così un docente deve cogliere che, se vuole essere efficace nella trasmissione del sapere, non deve solo conoscere ma deve soprattutto vivere ciò che insegna, credere in ciò che insegna, trasmettere passione, essere fuoco vivo. Perché ciò che l’insegnate è, da valore, significato e pienezza a ciò che insegna.
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