Nella vita ho sempre fatto volontariato. Più o meno da quando ho cominciato a guardare al mondo con meno egoismo, dai 16 anni in poi, ma soprattutto da quando ho scoperto che se si vuole cambiare il mondo le parole non bastano. Bisogna impegnarsi per "rendere il mondo un posto migliore di come lo si è trovato." E questo motto scout accompagna tutto il mio agire, nella scuola come nella vita. La mia prospettiva è e sarà sempre questa, perché non riuscirei a guardare alle cose diversamente. Molti diranno che le nostre azioni sono solo una goccia nel mare, ma a costoro rispondo che senza queste gocce il mare non esisterebbe. É per questo che, per me, l'impegno verso il prossimo é servizio. A tal proposito mi vengono in mente le parole di uno dei miei film preferiti "La vita è bella": "tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l'arte suprema. Dio è il primo servitore; Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini." Straordinaria. Servitori e non servi, perché in un mondo dove non si fa niente per niente chi si occupa di volontariato viene visto solo come un folle, sciocco utopista. Infatti, alla domanda più ricorrente "ma ti pagano?" la risposta è sempre la stessa: "no". E in quel momento l'interlocutore resta quasi stupito vedendo che esistono ancora persone capaci di "amare il prossimo come se stesso" senza chiedere nulla in cambio.
Come tutti sapete per quasi due anni ho svolto il mio servizio nelle corsie di un ospedale con un'associazione di clown terapia: Vip Lodi Original Clauns.
Zmbuà, Trillillina e Pat Pat li avevo conosciuti a scuola durante gli incontri con i miei studenti e sono stati loro a tirarmi dentro a questa grande avventura. E con tempismo perfetto, perché, come può capitare a chiunque, nella vita ci si trova a vivere momenti non belli e di smarrimento. Così nel mezzo del cammin della mia vita, mentre mi trovavo in una selva oscura e la diritta via era smarrita loro e poi tutti i miei primi compagni mi hanno guidato in questo "cammin" come Virgilio con Dante e di questo sarò loro eternamente grato. Non mi pongo nemmeno la questione del "non saprei come ripagarli", perché non mi hanno mai chiesto nulla in cambio, se non il mio tempo.
Quando si decide di dedicarsi agli altri bisogna necessariamente dedicare loro del tempo. Per me, che mi reputo un eterno studente, non si smette mai di imparare e alla soglia dei trent'anni ho scoperto una cosa: il servizio verso il prossimo non si fa nel tempo libero, ma piuttosto nel tempo liberato. Quindi non nei ritagli di tempo, ma nel tempo che riusciamo a liberare dai nostri impegni quotidiani. Non il tempo superfluo, ma quello che potremmo dedicare ad altro e che invece si sceglie di dedicare ad "altri" piccoli o grandi "prossimi." É fondamentale, perché il servizio è servizio. Ed è per questo che si deve essere consapevoli nell'ammettere quando quel tempo non si riesce più a liberarlo e dedicarlo a quel tipo di attività.
Per questo motivo non si può comprendere il cammino migliore da seguire e scegliere di percorrere solo quello a cui si è abituati, dove si sta bene in compagnia, dove si è felici. Ci sono momenti nella vita in cui bisogna scegliere di staccarsi da quella strada al momento giusto.
"Le cose - diceva mio nonno - o le fai bene o non le fai per niente" ed è per questo motivo che ho scelto di fermarmi.
Tra il servizio nei reparti di un ospedale e l'educazione nell'ambito scout ho scelto la seconda. L'educazione dei giovani mi scorre nelle vene, la passione educativa, trasmettere emozioni e aiutare a crescere i più piccoli è ciò che mi fa battere il cuore. Non che in ospedale non ci siano emozioni, perché vi assicuro che in corsia le emozioni fluiscono come fiumi in piena. La verità è che tutti possiamo dedicarci al prossimo, ma ognuno secondo i propri "talenti".
La nostalgia c'è e ci sarà soprattutto dopo aver svolto l'ultimo servizio, ma la vita come ho già detto è fatta di scelte. E ci sono solo poche alternative: "possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi e, forse, inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito."
Grazie amici clown!
Vi voglio bene.
(Prof.) RH Plus
Come tutti sapete per quasi due anni ho svolto il mio servizio nelle corsie di un ospedale con un'associazione di clown terapia: Vip Lodi Original Clauns.
Zmbuà, Trillillina e Pat Pat li avevo conosciuti a scuola durante gli incontri con i miei studenti e sono stati loro a tirarmi dentro a questa grande avventura. E con tempismo perfetto, perché, come può capitare a chiunque, nella vita ci si trova a vivere momenti non belli e di smarrimento. Così nel mezzo del cammin della mia vita, mentre mi trovavo in una selva oscura e la diritta via era smarrita loro e poi tutti i miei primi compagni mi hanno guidato in questo "cammin" come Virgilio con Dante e di questo sarò loro eternamente grato. Non mi pongo nemmeno la questione del "non saprei come ripagarli", perché non mi hanno mai chiesto nulla in cambio, se non il mio tempo.
Quando si decide di dedicarsi agli altri bisogna necessariamente dedicare loro del tempo. Per me, che mi reputo un eterno studente, non si smette mai di imparare e alla soglia dei trent'anni ho scoperto una cosa: il servizio verso il prossimo non si fa nel tempo libero, ma piuttosto nel tempo liberato. Quindi non nei ritagli di tempo, ma nel tempo che riusciamo a liberare dai nostri impegni quotidiani. Non il tempo superfluo, ma quello che potremmo dedicare ad altro e che invece si sceglie di dedicare ad "altri" piccoli o grandi "prossimi." É fondamentale, perché il servizio è servizio. Ed è per questo che si deve essere consapevoli nell'ammettere quando quel tempo non si riesce più a liberarlo e dedicarlo a quel tipo di attività.
Per questo motivo non si può comprendere il cammino migliore da seguire e scegliere di percorrere solo quello a cui si è abituati, dove si sta bene in compagnia, dove si è felici. Ci sono momenti nella vita in cui bisogna scegliere di staccarsi da quella strada al momento giusto.
"Le cose - diceva mio nonno - o le fai bene o non le fai per niente" ed è per questo motivo che ho scelto di fermarmi.
Tra il servizio nei reparti di un ospedale e l'educazione nell'ambito scout ho scelto la seconda. L'educazione dei giovani mi scorre nelle vene, la passione educativa, trasmettere emozioni e aiutare a crescere i più piccoli è ciò che mi fa battere il cuore. Non che in ospedale non ci siano emozioni, perché vi assicuro che in corsia le emozioni fluiscono come fiumi in piena. La verità è che tutti possiamo dedicarci al prossimo, ma ognuno secondo i propri "talenti".
La nostalgia c'è e ci sarà soprattutto dopo aver svolto l'ultimo servizio, ma la vita come ho già detto è fatta di scelte. E ci sono solo poche alternative: "possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi e, forse, inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito."
Grazie amici clown!
Vi voglio bene.
(Prof.) RH Plus
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