“La
mafia è una montagna di merda”: Questo
era il titolo presente sul giornalino, L’idea Socialista, fondato da Peppino Impastato nel 1965 e fatto circolare a Cinisi, piccolo paesino del palermitano.
Una frase forte, che rendeva l’idea su come Peppino intendesse la mafia.
MAFIA: Una piccola parola, formata solo da cinque lettere del
nostro alfabeto, ma che racchiude un significato più profondo. Essa infatti è
un’associazione a delinquere il cui
scopo è, come abbiamo trovato sul vocabolario, conseguire o conservare con ogni
mezzo lecito o illecito, specialmente con maneggi e intrighi, i propri
interessi particolari, anche a danno di quelli pubblici. Quale è lo stereotipo di mafioso che ha in mente Peppino ? Secondo
noi, per Peppino Impastato il mafioso è come un bullo, che cerca di sottomettere le persone più deboli per
stabilire la sua autorità. E l’omertà è l’arma più forte che la mafia utilizza,
ancora oggi, per rendere ancora più forte questa sua egemonia.
Peppino
infrange questa regola, non scritta, del silenzio e comincia a usare contro la
mafia l’arma più forte:
La parola. Infatti Peppino insieme ai
suoi amici fonda una radio libera che chiamano, Radio AUT. E nella sua
trasmissione “Onda Pazza” il boss di Cinisi don Gaetano Badalamenti veniva
chiamato “don Tano seduto”, Cinisi “Mafiopoli”, la strada principale “Corso
Luciano Liggio”, il sindaco Gero Di Stefano “Geronimo”.
L’ironia contro il potere, l’allegria e
la gioia di vivere in un mondo libero dalle paure e dalle mafie contro la
cultura della morte e della violenza, lo sberleffo continuo ed ironico contro
l’ipocrisia e l’omertà dei ceti dominanti dell’isola divenivano il manifesto
dell’opera di Peppino. Ma l’esempio e
la vita di Peppino Impastato non è stata vana. Gli amici di Peppino, la
famiglia ed il Centro Siciliano di documentazione “Peppino Impastato” gestito
da Umberto Santino, costituitosi parte civile in tutti i più importanti
processi di mafia in Sicilia continuano, ancora oggi, a tenere viva la memoria
per costruire una Sicilia ed un Sud diverso.
9
maggio 1978. Sono trascorsi ben
trentaquattro anni dal giorno in cui venne ritrovato il corpo dilaniato di
Peppino nei pressi di Cinisi vicino ai binari ma, noi grazie al film “I Cento Passi”, abbiamo potuto conoscere questo Martire Laico della mafia, che come don Pino Puglisi, sognava e sperava in una Sicilia migliore. Anche per questo e per
molto altro abbiamo voluto parlare di lui in questo articolo.
Questo lavoro, coordinato dagli
insegnati di Lettere e Religione, è stato svolto in relazione al progetto “legalità”
portato avanti dal nostro Istituto.
I redattori di questo articolo sono gli
studenti della classe II B dell’ICS “Mediglia” – Plesso di Bustighera: Andrei Marian, Azara Alessia, Baraldi Edoardo, Bollina
Stefano, Crippa Claudia, Dama Luca, De Rosa Aurora, Famiglietti Daniela, Loddo
Riccardo, Mascheroni Sara, Mattioli Aurora, Micello Giuseppe, Pervulescu
Flavius, Piroddi Riccardo, Raimondi Andrea, Raimondo Martina, Roncone Gabriele,
Rozzoni Lorenzo, Selvanizza Gloria, Tortelli Michele.
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