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Tradizioni d'Italia: Il “Venerdì Santo” a Vittoria. La processione del Cristo Morto ed il Dramma Sacro

La città si ferma, per un giorno, per le celebrazioni del venerdì santo. E’ il giorno più lungo per la comunità di Vittoria che si stringe attorno alla sua tradizione. Si è iniziato questa mattina, con le celebrazioni all’interno della basilica di San Giovanni. E’ stato il vescovo, Paolo Urso, a dare il via alla processione, iniziata dalla Cappella dove viene custodito, nell’apposita nicchia, il crocifisso proveniente dall’ex convento di Santa Teresa. Lì si sono dati appuntamento i membri della congregazione del Santissimo Crocifisso cui, da secoli, sono affidati il culto e la processione del venerdì santo. Il presidente è Vittorio Campo.
Il crocifisso è stato prelevato dalla nicchia e deposto sul cosiddetto "cataletto". Qui, ricoperto con un velo di colore viola, è stato condotto in processione fino al Calvario, insieme al simulacro della madonna Addolorata La processione è stata aperta dal vescovo, con i due diaconi, dai sacerdoti, seguiti dai membri della congregazione.
La giornata del venerdì santo è stata scandita anche dai muti momenti del pomeriggio, quando molte persone si recano in piazza Calvario, per sostare in silenzio davanti alla Croce. Fino alla sera, quando il Calvario ospita la rappresentazione del Dramma Sacro.
E la sera, nella piazza Sei Martiri, da tutti conosciuta come “Il Calvario” si svolgerà la “sacra rappresentazione”, curata, per il secondo anno consecutivo, dal regista Massimo Leggio.


Il Dramma sacro è l’azione scenica che ripropone le fasi salienti della Passione e che ha visto succedersi, negli anni, attori professionisti e non, e che è profondamente inserito nelle celebrazioni liturgiche.
A conclusione, la statua del Cristo viene fatta scendere dalla croce e deposta nuovamente nel cataletto e riportata in chiesa. Il Dramma Sacro di Vittoria, da qualche anno inserito tra le tradizioni immateriali dell’Unesco.



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