"In Africa il calcio non è una religione. Ma rappresenta tutto ciò che una religione dovrebbe essere. Ogni villaggio ha un tempio all'aperto con porte ai due estremi e devoti seguaci nel mezzo". Questa frase è tratta dall'introduzione di un libro fotografico il cui titolo preannuncia il suo contenuto: Amen.
Jessica Hilltout, fotografa nata nel 1977 in Belgio, intraprende un viaggio affascinante attraverso il continente africano alla scoperta delle radici di quello che, nel nostro occidente industrializzato e ricco, è diventato un "gioco" che ha perso tutto quello che era alle sue origini: divertimento, spensieratezza e sogni!
Quando ero bambino, il calcio per me era tutto. Bastava un pallone, quattro amici e uno spazio in cui giocare. Tra le macchine, in una piazza o in campo da calcetto poco importava, bastavano due porte e il resto era solo un dettaglio. Si giocava ore ed ore fino a quando le mamme ci venivano a prendere per la cena, quello era il fischio finale. La fine di una partita e l’inizio dei nostri sogni più belli!!
Questo libro è frutto di due viaggi. Il primo ha avuto le seguenti tappe: Sudafrica, Lesotho, Monzambico e Malawi. Il secondo invece, ha toccato: Ghana, Burkina Faso, Niger, Benin e Costa d'Avorio.
In questi scatti, i sogni si intravedono nei volti di questi giovani "aspiranti" calciatori. Magari un giorno ci troveremo a seguire una partita di calcio in uno stadio incitandoli o ad emozionarci per un loro gesto tecnico. Magari tra loro si nasconde il nuovo Eto'o o il nuovo Drogba. Per ora ci limitiamo a prendere esempio dalla loro voglia di vivere e dalla loro capacità di sognare!
Jessica Hilltout, citando una frase di Alain De Botton, descrive benissimo il senso di tutto quello che ha visto e che ci ha testimoniato attraverso i suoi scatti:<<L'umanità si può dividere tra minoranza di persone che possono fare molto con poco e una maggioranza che fa poco con molto>>.
Prof. ReligionHour
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