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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Andare oltre le Colonne d'Ercole...

Cercare di raggiungere il proprio sogno è come un impresa che passa per sacrifici, cadute, rinunce. A  tal proposito mi viene in mente Gilgamesh, leggendario eroe sumerico. Quinto re della I dinastia della città sumerica di Uruk ‒ della cui esistenza storica non sappiamo quasi nulla ‒ Gilgamesh era per due terzi dio e per un terzo uomo. Le sue gesta ispirarono un'epopea babilonese scritta in  caratteri cuneiformi , su tavolette d'argilla, risalente a circa 4500 anni fa (tra il 2600 a. C. e il 2500 a. C.).  «Di colui che vide ogni cosa, voglio narrare al mondo; di colui che apprese e che fu saggio in tutte le cose.» ( Proemio dell'Epopea o 'Canto' di Gilgameš ) Il destino dell'uomo è segnato dal suo essere mortale, finito. Gilgamesh comprende che:  «l 'umanità conta i suoi giorni  e qualunque cosa faccia è vento » e che n essuno può oltrepassare i limiti della vita.  Tuttavia Gilgamesh non accetta questa situazione. La sua volontà di sopravvivenza è rivelatri

Sognatori sulla terra degli uomini

Viviamo nell'epoca della "felicità di cartapesta". Della  sfiducia verso tutto e tutti. Un tempo fatto di continui mutamenti, di porte girevoli. Una realtà che stenta a riconoscersi e dove le parole fiducia, speranza, felicità, amore sono svuotate di significato. Sembra, infatti, che avere fiducia nel futuro, nella speranza che ogni sogno si realizzi affinché si possa essere felici amando gli altri e se stessi sia diventato più un fine utopistico che concreto, realizzabile. I sognatori incalliti resistono, i cinici aumentano. É un dato di fatto.  Eppure, come afferma  Alessandro D'Avenia in Bianca come il latte, rossa come il sangue:  "Solo quando l'uomo ha fede in ciò che è al di sopra della sua portata – questo è un sogno – l'umanità fa quei passi in avanti che l'aiutano a credere in se stessa." L 'inventiva umana, del resto, ha da sempre retto il mondo, ma oggi questa società preferisce la superficialità. Followers, likes, lovers sono gli

L'arte di essere insegnanti

Tanti anni fa, all'inizio della mia avventura nel mondo della scuola una collega, ormai prossima alla pensione, mi mise in mano un libro: Bianca come il latte, rossa come il sangue. Mi consigliò di leggerlo attentamente e di imparare a guardare gli studenti con gli occhi del Sognatore. L'ho letto e riletto tantissime volte e qualcosa, forse, ho imparato. Con il passare degli anni ho scoperto sempre più che il senso di tutto non sta nella materia che insegni, ma da come lo fai, dalla passione che ci metti, dalla necessità di metterti continunamente in gioco. Ieri sera all'incontro con l'autore, durante la nostra breve, ma intensa chiacchierata (si perché ieri ha dedicato un momento a ciascun lettore) Alessandro D'Avenia mi ha chiesto: "cosa insegni?" ed io ho risposto: "ad immortalare la bellezza." Non ho detto Religione. E non avrei detto nemmeno italiano, storia, geografia, francese, scienze per una semplice ragione: insegnare é insegnare ad imm

L'arte di essere fragili

In un dialogo intimo e travolgente con il nostro più grande poeta moderno, Alessandro D'Avenia porta a magnifico compimento l'esperienza di professore, la passione di lettore e la sensibilità di scrittore per accompagnarci in un viaggio esistenziale sorprendente. "Esiste un metodo per la felicità duratura? Si può imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno in modo da farne addirittura un'arte della gioia quotidiana?" Sono domande comuni, ognuno se le sarà poste decine di volte, senza trovare risposte. Eppure la soluzione può raggiungerci, improvvisa, grazie a qualcosa che ci accade, grazie a qualcuno. In queste pagine Alessandro D'Avenia racconta il suo metodo per la felicità e l'incontro decisivo che glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi. Leopardi è spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato. Fu invece un giovane uomo affamato di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e di lot