Sono passati 36 anni dall'omicidio che costò la vita a Peppino Impastato, giovane attivista di Cinisi (PA) che mai si piegò in quegli anni allo strapotere della mafia in Sicilia. Una sottomissione che intere generazioni hanno subito inermi senza la forza o meglio la voglia, di mettersi contro questo potere oscuro del quale addirittura si é negata per molto tempo l'esistenza.
Ma Peppino no! Egli, infatti, pur provenendo da una famiglia mafiosa e soprattutto in un periodo storico nel quale parlare di mafia era considerato da pazzi (nenti vitti, nenti sintii e nenti sacciu), decise di dedicare la propria vita affinché si rompesse quella cortina di indifferenza, omertà e prostrazione (al limite del mitologico) che opprimeva (opprime???) la mia bella Sicilia.
Bella, appunto. La mia Sicilia possiede una bellezza figlia di secoli di storia. Greci, Arabi, Normanni, Spagnoli e molti altri popoli del bacino del mediterraneo; hanno sempre avuto una ammirazione per questa bella isola "paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, é tutto un profumo" e che si può definire come "uno strano e divino museo di architettura" (Guy de Maupassant).
Goethe, per esempio, nei suoi scritti descrive questa bellezza unica e rara che solo chi, come lui, si é fermato con pazienza ad osservarla e a viverla può ammirare. La Sicilia é questo, una bellezza senza tempo, sempre divisa tra un oggi e un non ancora. Peccato che generazioni dopo si sia persa la consapevolezza di questa bellezza intrinseca di cui é piena questa terra. Ma se lo scrittore tedesco é arrivato a dire che "L'Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui é la chiave di tutto", ci sarà pure un motivo.
Allora, oggi, in questa data speciale vorrei dimostrare che, con le parole di Peppino ancora attuali e sempre nuove, una lotta seria alla mafia parte proprio da una Ri - educazione delle persone alla bellezza; affinché consapevoli del patrimonio ricevuto sappiamo custodirlo da chi, nascosto dietro l'illusione del benessere, porta solo morte e distruzione. La bellezza, quella no. É un'altra cosa e chi ha le mani sporche di sangue innocente non può certo insegnarla.
"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.
All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre.
È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore". Peppino Impastato
9 maggio 1978 - 9 maggio 2014.
Per non dimenticare.
Prof.RH
#bellezza #PeppinoVive
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