Un immagine tradizionale che ben riassume le dinamiche che caratterizzano l’interpretazione ebraica della Scrittura, e che in buona parte sono state assunte dalla patristica cristiana, è quella dell’albero della Torah rappresentato come “albero della vita”, in quanto la rivelazione e il suo commento devono avere una prospettiva esistenziale e non solo accademica. Una raffigurazione classica di tale “albero” è quella che si può vedere nell'immagine che segue.
La radice da cui proviene la linfa vitale è il Tetragramma sacro JHWH, il Nome divino impronunciabile, e l’albero è posto sul monte Tzion, ove sorge la Città Santa, Gerusalemme, di cui si intravedono le mura. Come ricorda il passo profetico nelle tavole poste al centro della chioma, è da questo luogo che la rivelazione sinaitica “uscirà” per tutti (Is 2,3).
Il tronco costituisce la rivelazione scritta, mentre la chioma rappresenta la tradizione orale che interpreta nel tempo il testo scritto, comprendendo sia la voce autorevole dei maestri che quella di tutto il popolo che vive la Torah, compresa quella di ogni uomo che si lascia orientare da questa Parola autorevole. La parte più esterna della chioma è formata dalle lettere dell’alfabeto ebraico, rimandando così al senso letterale della Scrittura che rimane il punto di partenza imprescindibile per ogni indagine seria sui testi.
Ogni lettera è posta in riferimento al suo nome e a una raffigurazione (parte più interna) che esprime ciò che la lettera stessa significa o ciò a cui può logicamente rimandare.
Tratto dalle lezioni della Prof.ssa Elena Lea Bartolini
Presso l'ISSR di Milano
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