Domanda: «Prof. ma dove lo trovi tutto questo ottimismo?»
Risposta: Nello stesso ottimismo di Dante. Quello che, alla fine dell’inferno, gli fa scrivere: «E quindi uscimmo a riveder le stelle».
Il mio ottimismo nasce dalla consapevolezza che nonostante tutti i nostri piccoli inferni quotidiani possiamo e dobbiamo uscire a rivedere le stelle.
Nelle notti più oscure dell’anima bisogna ambire alla luce, anche alla più debole. Quella capace di squarciare le tenebre in cui ci inabissiamo.
Se ricordassimo anche solo una volta al giorno che la felicità è nascosta dentro di noi, anziché cercarla altrove, guarderemmo alla nostra vita con più ottimismo.
«Aver cura di splendere» vuol dire anche questo.
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