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Odi et amo...

"Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l’empio. Esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla." Questa frase di Erri de Luca tratta da un suo libro, "Il contrario di uno", sintetizza quello che dopo tempo, finalmente, sono riuscito a comprendere.


Non parlo di una situazione in particolare, mi riferisco a tutte quelle volte in cui ci si trova davanti al tradimento di un amore, un'amicizia, un legame. Quelle volte in cui l'amore, che è alla base di tutti questi rapporti, viene meno. Ho compreso che l'amore non muore mai di morte naturale. Muore se si stacca la spina, se si smette di alimentarlo ogni giorno con piccole dosi quotidiane di rispetto, ascolto, comprensione, fiducia. Muore soprattutto quando non si sa come rifornire la sua sorgente. Muore di cecità, di errori e tradimenti. Muore di malattia e di ferite. Muore di stanchezza, per logorio o per opacità.
Il tradimento è una maschera che indossa chi non sa amare prima di tutto se stesso. La famosa frase: "Ama il prossimo tuo come te stesso" ne è la prova. Non si può amare, nel senso ampio del termine, il prossimo (amici, fratelli, fidanzati, mogli, mariti) se prima non si ama se stessi. É impossibile. Non si può amare il prossimo se l'immagine che si riflette allo specchio é distorta, imbruttita, opaca. Non si può amare il prossimo se i propri occhi non vedono oltre, all'essenziale. Se sono offuscati, spenti.


Provate a focalizzare l'immagine di uno dei tradimenti più famosi della storia: Giuda che bacia Gesù.
Il bacio, che da gesto di amore si trasforma in vile tradimento. Il bacio che fa ancora più male a Gesù. Un amico che con un bacio tradisce chi aveva riposto in lui fiducia. Eppure come afferma Benedetto XVI "Gesù ha trasformato questo tremendo supplizio in spazio di amore salvifico, in consegna di sé al Padre." La bellezza che nasce dalla sofferenza è tutta riassunta in questa immagine.


Continuando con gli esempi evangelici possiamo scorgere la fragilità umana che porta al tradimento non solo in Giuda, ma anche in Pietro, il capo degli apostoli. "Incredulo e sicuro di sé, Pietro non valuta nemmeno la possibilità di rinnegare Gesù quando, dopo l’ultima cena, il maestro avvisa gli apostoli, e Pietro per primo, che Satana li ha cercati per separarli come si fa con il grano (Lc 22, 31)." Sappiamo com'è andata: Pietro, dopo l’arresto di Gesù, più volte lo rinnega (Gv 18,12-27). Nonostante seguisse da lontano la vicenda, il terrore di essere riconosciuto come suo discepolo, lo spinge a giurare di non conoscerlo. A rinnegarlo tre volte. Sarà il canto del gallo a riportarlo alla realtà e al riconoscimento della sua incapacità di essere fedele.
É la storia di due tradimenti così lontani eppure così vicini, ma con epilogo differente. Uno porta alla morte (Giuda), l'altro al riconoscimento del sentimento vero nei confronti di colui che aveva insegnato a tutti un comandamento nuovo e rivoluzionario: amare.


Tornando su un piano più terreno scopriamo allora che l'amore, quello vero, è più forte di tutto. Supera i confini, abbatte le barriere della nostra fragilità umana di essere fedeli nel poco. L'amore può edificare o sbriciolare. L'amore, quando c'è, vince su tutto. "L'amore - come afferma Alessandro D'Avenia - non esiste per renderci felici, ma per dimostrarci quanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore."
"L'amore - afferma ancora lo scrittore palermitano - è un'altra cosa. L'amore non dà pace. L'amore è insonne. L'amore è elevare a potenza. L'amore è veloce. L'amore è domani. L'amore è tsunami. L'amore è rossosangue." L'amore se c'è si riconosce, sempre.
Buonanotte
Prof.RH Plus

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