Vedo e sento di miei ex studenti che si accontentano di vivere le vite degli altri, di non aspirare a sogni grandi e duraturi, ma accontentarsi di vivere attimi di felicità momentanei ed effimeri. A scadenza.
Come se il domani non ci fosse, come se la vita fosse una continua gara a chi butta via per primo la propria esistenza. Ci provo a trovare delle motivazioni, ma non lo capisco. O forse non voglio capire che per loro lasciarsi anestetizzare di fronte alle insidie della vita é più comodo. La strada più semplice. Sono queste le vere sconfitte educative.
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