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Visualizzazione dei post da maggio, 2016

Provo a contare le stelle (senza possederle)

Faccio il lavoro più bello del mondo, almeno per me. Parto da questo presupposto. Lo faccio in un tempo diverso rispetto a quello in cui sono stato uno studente. Un mondo in cui le informazioni corrono veloci sulla rete, le relazioni si ramificano fino a perdersi e dove a volte ci si confonde come sbagliando la via che stavi cercando tra le strade della tua città. Un mondo popolato da tutti, giovani in primis. Da qualche settimana ho cominciato a rileggere uno dei racconti più belli, intensi, geniali che ho avuto la fortuna di apprezzare (la "materia" è immensa e in tal senso mi reputo sempre uno studente): Il piccolo principe. Lo sto rileggendo con i miei ragazzi e sto imparando tanto anch'io. Sto pian piano rivalutando persino esperienze che prima ritenevo negative. Forse perché in passato le guardavo con gli occhi e non col cuore. Sede dell'anima per gli antichi egizi (la "pesatura del cuore" del dio Anubi di scolastica memoria), il c

Incipit Vita Nova: lettera aperta ai miei studenti di Terza

Cari ragazzi, è arrivato il momento di salutarci, ma non è un addio, solo un arrivederci. Tutto ha un inizio ed una fine. Si chiude un ciclo e se ne apre un altro. Nonostante ciò c'è una cosa che non finirà al suono dell'ultima campana: il nostro rapporto. Io sarò per sempre il vostro prof. e voi i miei ragazzi. E queste parole le ho volute mettere per iscritto affinché possiate rileggerle quando e se vi ricorderete di me. Verba volant, scripta manent! Sono diventato insegnante perché ho lungamente inseguito il mio " sogno " e son o passati ben sei anni dalla mia prima volta in una classe. Ogni anno ho incontrato oltre 400 ragazzi e tra i nuovi c’è  sempre  stato qualcuno (anche tra voi) che mi ha chiesto: “Prof., ma perché ha scelto di insegnare religione?”. La mia risposta è stata sempre la stessa: mi piace incontrare i giovani, lavorare insieme e offrire loro l’opportunità di conoscere il significato profondo dell’esperienza religiosa, della vita, del

L'amore (perduto) in uno sguardo...

Una mia studentessa mi chiede: "Prof. perché in adolescenza si soffre tantissimo per un amore perduto?" Risposta: "Si soffre tantissimo per un amore perduto e credimi a tutte le età. I motivi possono essere tanti, ma uno su tutti é quello più importante: la mancanza dello sguardo della persona amata. Lo sguardo che prima portava la luce nella tua vita. Tutti abbiamo bisogno di uno sguardo. Quello sguardo che ci rimette in sesto tutte le volte in cui l'amato ci fissa e in silenzio (non servono parole) ci dice: tu sei bello, tu vai bene così, tu sei un essere unico ed irripetibile. Lo stesso sguardo di Gesù verso il giovane ricco che 'guardatolo (nel profondo della sua anima) lo amò'. Fortunatamente però ci sarà sempre chi quello sguardo vorrà donartelo perché nel tuo ci vedrà dentro l'infinito. La vita mette tutto a posto, sempre." Una risposta poetica e concreta allo stesso tempo. L'unica possibile e comprensibile quando stai

Sconfitte educative...

Vedo e sento di miei ex studenti che si accontentano di vivere le vite degli altri, di non aspirare a sogni grandi e duraturi, ma accontentarsi di vivere attimi di felicità momentanei ed effimeri. A scadenza. Come se il domani non ci fosse, come se la vita fosse una continua gara a chi butta via per primo la propria esistenza. Ci provo a trovare delle motivazioni, ma non lo capisco. O forse non voglio capire che per loro lasciarsi anestetizzare di fronte alle insidie della vita é più comodo. La strada più semplice. Sono queste le vere sconfitte educative.

COMPITI PER LE VACANZE

1. Al mattino, qualche volta, andate a camminare sulla riva del mare in totale solitudine: guardate come vi si riflette il sole e, pensando alle cose che più amate nella vita, sentitevi felici. 2, Cercate di usare tutti i nuovi termini imparati insieme quest'anno: più cose potete dire, più cose potete pensare; e più cose potete pensare, più siete liberi 3. Leggete, quanto più potete. Ma non perché dovete. Leggete perché l'estate vi ispira avventure e sogni, e leggendo vi sentite simili a rondini in volo. Leggete perché è la migliore forma di rivolta che avete (per consigli di lettura, chiedere a me). 4. Evitate tutte le cose, le situazioni e le persone che vi rendono negativi o vuoti: cercate situazioni stimolanti e la compagnia di amici che vi arricchiscono, vi comprendono e vi apprezzano per quello che siete.  5. Se vi sentite tristi o spaventati, non vi preoccupate: l'estate, come tutte le cose meravigliose, mette in subbuglio l'anima. Provate a scrivere un di

A cena con un libro

Leggere aiuta a crescere , arricchisce, appassiona, alimenta la fantasia e la creatività. Leggere aiuta l'essere umano a scoprire che la propria ricchezza sta nella libertà insita nel suo cuore e  perché ha il potere di farlo entrare nella narrazione e riscriverla a proprio piacimento, liberamente. In un tempo in cui si assiste, purtroppo, alla crescente perdita di valore del libro e alla disaffezione diffusa alla lettura ( "Nel 2014, oltre 23 milioni 750 mila persone di 6 anni e più dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista, per motivi non strettamente scolastici o professionali. Rispetto al 2013, la quota di lettori di libri è scesa dal 43% al 41,4%." Fonte: istat.it)   la scuola rappresenta il luogo privilegiato e speciale per promuovere percorsi e strategie che aiutino gli studenti e le famiglie a riscoprire la  curiosità e amore per il libro; nonché  a far emergere il bisogno e il piacere della lettura.  Ci so

Io ho visto. Ruanda, 1994

All'inizio solo un collega di università tra i tanti e poi (quasi subito) amico fraterno. Questo é per me Jean Paul. Una delle persone più sorridenti che abbia mai conosciuto dietro il quale si nasconde una storia di dolore. Una vicenda, il genocidio del Ruanda, che per noi europei, abituati alla pace, sembra lontana anni luce. Come sempre, però, la vita aggiusta tutto e oggi può raccontarci da sopravvissuto cosa avvenne nel 1994 in Ruanda. Alessandro D'Avenia, in "Ciò che inferno non è", afferma che "l’inferno è pura sottrazione, è togliere tutta la vita e tutto l’amore da dentro le cose" e in Ruanda l'amore é stato totalmente rimosso dal cuore delle persone. Caino che uccide Abele, fratelli che uccidono altri fratelli perché a quell'amore rimosso hanno sono sostituito l'orgoglio, la sete di potere, l'egoismo, il male. Alla dolcezza e alla freschezza del paradiso hanno preferito l'asprezza e l'afa asfissiante dell'inferno.  Amico

Quelli tra palco e realtà...

Undici  anni fa, in questo periodo, cominciavo a preparare il percorso che mi avrebbe portato alla maturità. Tanta confusione e poche certezze, tranne una . Il tema dell'esposizione orale frutto della mia passione per Luigi Pirandello: l'essere e l'apparire .  Dopo undici anni di cose (belle e brutte) ne sono cambiate nella mia vita, ma un punto è rimasto fermo; tra l'essere e l'apparire ho scelto di essere sempre fedele a me stesso. Voi studenti avete imparato a conoscermi nelle aule scolastiche e gli altri, qui, sul web. Prima con il blog (2011) e poi con la pagina Facebook (2014).  Posso piacere o meno, ma chi mi conosce o mi ha conosciuto a scuola, per strada, in oratorio sa (e può confermarlo) che la mia immagine social coincide perfettamente con quella reale. É un po' come l'ombra di Peter Pan: una volta cucita aderisce. E questo mi piace.   Con pregi e difetti questo sono io, Angelo.  In fondo non si può essere simpatici a tutti. Non tutti

Peppino Impastato, una vita contro la mafia

Stamattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio conclusivo della sua campagna elettorale. Non ci sarà nessun comizio e non ci saranno più altre trasmissioni. Peppino non c'è più, è morto, si è suicidato. No, non sorprendetevi perché le cose sono andate veramente così. Lo dicono i carabinieri, il magistrato lo dice.  Dice che hanno trovato un biglietto: "voglio abbandonare la politica e la vita". Ecco questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione.  E lui per abbandonare la politica e la vita che cosa fa: se ne va alla ferrovia, comincia a sbattersi la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno, poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari. Suicidio. Come l'anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questura di Milano oppure come l'editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell'Enel. Tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali, questo vedrete alla televisione. Anzi non leggerete prop

I giorni perduti

Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernst Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di un camion. Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una lunga strada, fino all'estrema periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone. Kazirra scese dall'auto e andò a vedere. Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò nel botro; che era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse uguali. Si avvicinò all'uomo e gli chiese: - Ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c'era dentro? E cosa sono tutte queste casse? Quello lo guardò e sorrise: - Ne ho ancora sul camion, da buttare. Non sai? Sono i giorni. - Che giorni? - I giorni tuoi. - I miei giorni? - I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi, vero? Sono v

La magia del talento nascosto

Un grande e potentissimo mago dovendo partire per un viaggio, chiamò i suoi aiutanti e consegnò loro i suoi libri di magia. A uno diede cinque libri, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque libri andò a studiare in vista del ritorno del maestro. Così anche quello che ne aveva ricevuti due. Colui invece che aveva ricevuto un solo libro, andò in camera sua e ripose il libro nella libreria nascondendolo per paura che glielo rubassero. Dopo molto tempo il grande mago tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque libri e chiese di potergli far vedere quanto aveva imparato, dicendo: "Signore, mi hai consegnato cinque libri; ecco, mi sono impegnato tantissimo e questo è il risultato". "Bene, aiutante buono e fedele - gli disse il maestro -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo maestro, da oggi sarai il mio primo assiste

Immagini che lasciano il segno

Sabato ho incontrato per strada questi due ragazzi. Li ho conosciuti nel 2007 durante la mia esperienza, di cui vi ho parlato in classe, nei centri di accoglienza. Sono passati quasi dieci anni e nonostante ciò mi hanno riconosciuto tra la gente. Tra tanti volti. É bellissimo perché evidentemente ho lasciato loro un buon ricordo di me. Mi dicevano che il mio cuore era diventato per metà africano . Non si sbagliavano. Accogliere è il verbo che ho imparato grazie a loro. É il verbo che mi ha cambiato la vita, trasformandola. É il verbo che mi ha permesso di conoscere una cultura diversa dalla mia. É il verbo, in definitiva, che mi ha insegnato ad essere un po' più cristiano. Penso che don  Andrea Gallo  abbia ragione quando afferma che "i  cristiani se non accoglienti, non dicano che sono cristiani. [...] Chiunque incontri è tuo fratello, figlio, figlia; non ci sono fratelli e sorelle di serie B, C e D. Su tutte le difficoltà riguardanti l'immigrazione , dico: diamo prima

Le verità che accecano

Ho appena finito di leggere "Anna. Milano'77", Giallomania Edizioni dell'amico Oscar Logoteta. Un noir davvero bellissimo per trama, ritmo narrativo e soprattutto umanità. Mai banale, scontato. Un finale inaspettato intuibile solo dalle ultime pagine. L'autore ha avuto il merito di aver fatto conoscere a me, nato dall'altra parte dello stivale, una Milano bellissima e sconosciuta per ragioni temporali e geografiche. Una Milano d'altri tempi. Una Milano da bere, solo per alcuni. Una Milano fatta di luci e ombre che in questo contrasto trova la sua bellezza. Una Milano dove, però, il limite tra il paradiso e l'inferno è nella solitudine di uomini e donne incapaci di gestire la luce preferendo le ombre. L'ombra a cui personaggi, tutto fuorché di rispetto, volevano destinare la tragica fine di una ragazzina quattordicenne. [Vespa 50 special - usata dal Commissario Negri] Una fine consumata in un silenzio che tale sarebbe dovuto restare. Un silenzio che

Idolatria del rischio: le slot machine

In base ai dati forniti dal sito  Vita.it  dal Ministero della Salute, a giugno 2015 i pazienti presi in carico dal Servizio sanitario nazionale per problemi legati al gioco d’azzardo erano 12.376. Ma secondo alcune stime sarebbero 800 mila gli italiani a rischio di patologia. La dipendenza dal gioco colpisce indifferentemente tutte le classi sociali e di reddito, dagli operai che si giocano lo stipendio ai professionisti affermati. Si inizia con la voglia di vincere e si finisce per entrare in quella che sembra una sfida contro se stessi, ma che in realtà è un perverso meccanismo che conduce vorticosamente alla patologia, trasformandosi in dipendenza e mutando vita sociale e personalità della vittima.Va comunque ricordato che, da parte dello Stato, il giocatore non è inquadrato solamente in un’ottica esclusivamente clinica come "malato", ma è visto anche come una variante nella categoria del “consumatore”. Secondo i dati raccolti nel 2014 dal Libro Blu dell’Age