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Il fiume Giordano e il rischio siccità nel mondo


In questi giorni in classe abbiamo studiato il “fiume Giordano” cercando di analizzarne tutti gli aspetti: religiosi, geografici e storici. Via via che il lavoro è andato avanti ci siamo imbattuti in un testo molto bello, il libro di Franco Scaglia, “Il viaggio di Gesù – Sulle orme dell’uomo che ha insegnato l’amore”, e precisamente le pagine 63 – 65.

La cosa che ci ha colpito di più la possiamo leggere direttamente dalle parole dello stesso scrittore:«Se penso all’epoca di Gesù e al suo battesimo in un’acqua fresca e abbondante, e guardo il Giordano oggi, con il suo colore incerto e la scarsa quantità d’acqua, mi rendo conto una volta di più del dramma dell’acqua e della siccità in varie parti del mondo. L’acqua è probabilmente l’unica risorsa naturale che interessa tutti gli aspetti della civiltà umana, dallo sviluppo agricolo e industriale ai valori culturali e religiosi radicati nella società. L’acqua dolce è l’elemento indispensabile per la vita sulla terra. […] Nonostante il 70% della superficie del pianeta sia coperta di acqua, solamente il 2,5% è dolce, e di questa percentuale il 70% è congelato nelle calotte polari. Il rimanente è presente sotto forma di umidità nel terreno. Questo fa si che meno dell’ 1% delle risorse di acqua dolce sia disponibile per l’utilizzo da parte dell’uomo. La condizione dei poveri del pianeta non potrà essere alleviata senza che venga affrontata la qualità delle risorse di base dalle quali essi dipendono: terra e acqua. […] Nel 2005, oltre un miliardo di persone viveva in aree con poca acqua e comunque non potabile. Nel 2025 la previsione, ed è ottimistica, ci dice che diventeranno tre miliardi e mezzo grazie anche al boom demografico. Senza citare l’Africa Sub sahariana, dove il problema della siccità è storico e ben conosciuto, in emergenza ci sono regioni del mondo sviluppato, dalle pianure a nord della Cina ad alcune zone dell’Australia. […] In Europa, in alcune parti della penisola iberica. In Italia la Sicilia è sempre in affanno […]».

A partire da ciò abbiamo condotto in maniera incrociata delle interviste a genitori, partenti, amici, conoscenti e sconosciuti. Il tratto che ne è emerso è molto triste perché più del 80 - 85% delle persone intervistate dichiara di dover ammettere di fare un uso poco parsimonioso dell’acqua e che il grado di percezione del rischio siccità in varie parti del mondo è davvero molto scarso ma, rappresenta chiaramente quanto purtroppo, non ci si accorge dell’oro trasparente, parafrasando una canzone di Matteo Branciamore dei Cesaroni, che scorre nelle nostre case e che sprechiamo anche inconsapevolmente.

La riflessione che ne abbiamo tratto è la seguente: tutti dovremmo cercare di risparmiare acqua cominciando a migliorare le nostre piccole abitudini come ad esempio chiudere l’acqua mentre ci si insapona o si lavano le stoviglie, riparare i rubinetti che perdono, riutilizzare l’acqua, se possibile, per innaffiare le  piante, e così via.. Certo è ovvio che l’impegno del singolo se visto nello specifico è davvero poco, ma se tutti ci impegniamo a migliorare queste abitudini non saremo solo piccole gocce nell’oceano ma «fiumi di acqua viva», usando le parole di Gesù. E il bello è che ci guadagniamo solo noi!

Quindi, non demandiamo ad altri quello che è un dovere di tutti, ovvero, preservare questo nostro mondo sofferente, che miliardi di anni fa ci è stato consegnato bello, semplice e pulito. Solo così potremo dire di essere davvero cittadini “responsabili”.
Prof.RH2.0
IP.S. Se volete cliccando su questo link potete rendervi conto di quanto il fiume Giordano sia a rischio prosciugamento e da li magari capirete che non è il solo!
 
 

 

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